Passa ai contenuti principali

Canile, retromarcia del comune. L'appalto era sbagliato, escluso Pantigliate

Altra figuraccia per l'amministrazione comunale di Desio. Il bando che affidava il servizio di recupero e custodia dei cani randagi rinvenuti sul territorio comunale, è stato annullato perchè "in palese contrasto con il Regolamento Regionale". Vincono gli animalisti che si erano scagliati contro questa decisione, perde il comune di Desio che è incappato in una gaffe clamorosa. Il sindaco Roberto Corti ed i suoi assessori non sanno leggere i regolamenti.




Revocare un bando perchè l'amministrazione di centrosinistra non si accorge di avere affidato un servizio al di fuori dei parametri stabiliti dalla legge? A Desio si può, ed è sintomatico di come venga guidata la macchina comunale.
Il caso è stato sollevato nel periodo natalizio dagli animalisti, dopo che il comune di Desio aveva affidato il servizio al canile di Pantigliate. Unico ad avere partecipato al bando indetto dal comune di Desio per l'affidamento dei cani randagi, la struttura è nota per tristi vicende di cronaca che hanno come protagonisti i cani maltrattati ospitati all'interno della struttura.
Il regolamento regionale prevede che la struttura a cui il comune affida il servizio debba essere ad una distanza massima di 30 chilometri, ma Pantigliate è abbondantemente oltre la soglia. Se non fosse stato per la mobilitazione degli animalisti, che hanno dato il via ad una campagna di sensibilizzazione attraverso i social-network e inviato migliaia di messaggi all'indirizzo di posta elettronica del sindaco, probabilmente la notizia sarebbe passata in sordina.

Venerdì scorso l'aggiudicazione alla ditta che gestisce il canile di Pantigliate è stata annullata, dando atto che il servizio di ricovero per i cani randagi rinvenuti sul territorio comunale di Desio rimane in capo all'impresa "Country dog" di Limbiate.

Determinazione n. 781 del 27.11.2012
Determinazione n. 66 dell’01.02.2013


Post popolari in questo blog

«Così ho visto arrivare in Brianza la ’ndrangheta». I ricordi del generale Boscarato

«IN QUEL TEMPO Monza e la Brianza erano afflitti dal fenomeno dei sequestri di persona. La ’ndrangheta stava mettendo le sue radici dopo che negli anni ’70 l’istituto del soggiorno obbligato aveva portato in questo territorio decine di malavitosi provenienti dalla Calabria. In un ambiente ricco come questo fecero salire al Nord i loro compari e si organizzarono». A raccontarlo un testimone d’eccezione: si chiama Sergio Boscarato, ha 76 anni e oggi è generale in congedo dei carabinieri. Fra il 1982 e il 1986, con il grado di tenente colonnello, fu comandante del Gruppo di Monza dei carabinieri.

Seregno, pisinca gratuita ad agosto per gli under 14. Perchè a Desio no?

Mezzago, l'ombra della malavita dalla Calabria sulla Stalingrado brianzola

Nemmeno Mezzago è immune alle infiltrazioni della criminalità organizzata. In quella che per percentuali elettorali si potrebbe definire la "Stalingrado della Brianza, si denota il fallimento della sinistra paladina della lotta all'illegalità.